02 giugno, 2015

Cosa pensano i musulmani di Maria?

MARIA ha un’alta considerazione ed eccezionali privilegi nella religione musulmana e esercita un certo fascino su tutto il mondo dell’Islam. La venerazione di Maria Vergine, “ la Madre di Gesù”, accomuna le due fedi: il Cristianesimo e l’Islam. Questo fascino è legato alla considerazione che i musulmani nutrono per il figlio di Lei “ Issa”, o Gesù (pace sia con lui), ritenuto dall’Islam uno dei 5 messaggeri più importanti.

I musulmani designano Maria con il nome coranico “Maryam” e spesse volte la dicono anche “Sayyida”, nome che significa Signora, Padrona e corrisponde all’incirca al titolo di Madonna con cui è indicata in Occidente.
Lei ha una posizione straordinaria dentro il Corano, che nessun’altra donna condivide, nemmeno le mogli di Muhamed (pace sia con lui) o la figlia prediletta: Fatima.
*. MARIA NEL CORANO.
Il Corano riserva a Maria una posizione di privilegio, singolare e parla di lei in termini rispettosi, potremmo dire ammirativi.

Su un totale di 114 sure e 6236 versetti di cui risulta composto il Corano, Maria figura in 70 versetti e in 13 sure; 4 del periodo meccano (610-622 D.C.): 

(19:16-36) ; (43:57) ; (21:91) ; (23:50)
e nove appartenenti al periodo dell’insegnamento medinese di Muhammad (622-632 D.C.): (2:87) ; (4:156-157e 171) ; (33:7) ; (57:6 e 14) ; (66:12) ; (3:33-37 e 42-51) ; (5:17) ; (46:72-78 e 110-117) ; (9:31). 
Il nome di Maria si legge esplicitamente 34 volte nel Corano; di cui 24 volte è associato al nome di Gesù (pace sia con lui). Madre e Figlio sono visti in un’ottica di vicendevole riflessione che è impossibile parlare di Gesù senza parlare di Maria. E’ inserita tra i grandi prescelti da Dio e inoltre è l’unica donna menzionata con il nome proprio.
A Maria Il Corano ha intitolato una delle più belle sure (19). Le sure che contengono più elementi mariani sono tre: la sura 3, detta “ Famiglia di Imran”; la sura 5, detta “La mensa”; e la sura 19, detta “Maryam”.
* La Natività (sura 3 : “La famiglia di Imran”)
La madre di Maria che come tutte le donne ebree, avrebbe voluto un figlio maschio e prima ancora che nascesse, lo offrì a Dio. Le nacque invece una bambina; la madre allora lo consacrò a Dio e con lei la sua progenie, realizzando così in maniera inattesa il “voto” fatto a Dio. Ecco il testo:
“Signore! Ecco che io ho partorito una femmina! ( Ma Dio sapeva meglio di lei chi essa aveva messo al mondo). Un maschio non è simile ad una femmina! La chiamo Maria, e la metto sotto la tua protezione, lei e la sua progenie, contro Satana, il reietto”( 3:35-37a).
Dio accetta lo stesso la femmina di Imran, sin ad ammetterla nel tempio, la quale progrediva di continuo e meravigliosamente in bontà, lealtà, castità e obbedienza.
* Ritiro nel Tempio.
Del lungo soggiorno di Maria nel Tempio, il Corano accenna una doppia citazione. La prima è la continuazione della sura 3 : “E Zaccaria la prese sotto la sua tutela, e ogni volta che Zaccaria entrava da lei nel mihrab ,vi trovava del cibo e le diceva: “ O Maria, donde ti viene questo?”. Ed ella rispondeva: “Mi viene da Dio, perché Dio dà della sua provvidenza a chi vuole, senza conto”. Il mihrab è una costruzione annessa al tempio destinata ad abitazione, identificabile con il “luogo ad oriente” di cui parla la seconda citazione nella sura (19:16-17). Lo stesso episodio ricorda la conversazione di Maria scambiata con gli angeli i quali danno coscienza a Lei della propria posizione di privilegio.
“ O Maria, in verità Dio ti ha prescelta e ti ha purificata e ti ha eletta su tutte le donne del universo. O Maria sii devota al tuo Signore, prostrati e adora”.
La sura 19 riferendosi allo stesso episodio descrive che l’iniziativa di ritirarsi ed appartarsi dalla sua gente, parte da Lei, adempiendo ella il voto della Madre. E’ dunque in questo luogo di “ritiro”, in questo mihrab, che Maria perseguiva la sua vita di preghiera.
* L’Annunciazione.
L’episodio dell’Annunciazione è raccontato due volte dal Corano. I testi sviluppano un dialogo inatteso fra l’angelo e Maria, tutta presa da quest’evento inaspettato.
La sura 19 racconta in modo semplicissimo: “Noi le inviammo il nostro Spirito che apparve a lei sottoforma d’uomo perfetto (si tratta di Gabriele). Ella disse: “Io cerco protezione contro di te, presso il Misericordioso, se tu sei timorato di Dio”. Le disse: “Io non sono che il Messaggero del tuo Signore, per donarti un fanciullo purissimo”. Disse ella: “Come potrò avere un figlio se nessun uomo mi ha mai toccata e non sono una prostituta?. Disse egli: “Così è: Il Tuo Signore ha detto: Cosa facile è questa per me”.
Il racconto della terza sura è più denso di significato nella sua prima parte. Così si esprime: “ O Maria, Iddio ti annuncia la buona novella di una parola che viene da lui, e il suo nome sarà il Cristo, Gesù il figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’altro e uno dei più vicini a Dio.”
* Il Parto di Maria.
Nei pressi di una palma spinta dalle doglie di parto. La voce di “sotto la palma” che interviene è quella del bambino. Lì nella solitudine riceve consolazione da Gesù stesso(pace sia con lui), acqua corrente e datteri freschi, proposti alla fine per dimenticare. Maria è invitata a cibarsi e a dissetarsi da una sorgente che Dio fa scaturire ai suoi piedi. Tutto avviene nell’intimità di un primo dialogo tra Madre e figlio.
“Ed essa lo concepì e s’appartò col frutto del suo seno in luogo lontano. Ora le doglie di parto la spinsero presso il tronco di una palma e disse: “Oh fossi morta prima, oh fossi ora una cosa dimenticata e obliata !”. E la chiamò una voce di sotto la palma: “Non rattristarti!. Il tuo Signore ha fatto sgorgare un ruscello ai tuoi piedi: scuoti verso di te la palma questa farà cadere su di te datteri freschi e maturi. Mangia e bevi e asciuga gli occhi tuoi” (19:22-25) Ciò che in realtà viene a dissipare la tristezza di Maria, non è il fatto di mangiare datteri, ma la manifestazione della potenza divina in suo favore. Maria è inoltre invitata ad affidare a Dio la propria difesa.
*Difesa ad atroce calunnia.
Dopo la natività, l’avvenimento più importante della vita di Maria è la testimonianza che Gesù, bambino, dalla culla rende miracolosamente l’innocenza della madre. E’ Lui stesso a confutare l’accusa di fornicazione e maternità illegittima, rivolta dagli ebrei (i suoi parenti) a Maria, quando ritorna a casa dopo di aver partorito:
“ Io sono il servo di Dio; Egli mi ha dato il libro e mi ha fatto profeta; mi ha benedetto dovunque io sia. Mi ha prescritto la preghiera e l’elemosina, finché sarò in vita; e la bontà verso mia madre. Non mi ha fatto violento né scellerato. Sia pace su di me, il dì in che nacqui, il dì in cui morirò e il dì in cui sarò risuscitato” (19: 27-33).
     

La Madre di Gesù era una santa! (5:75)

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