Il
Profeta Muhammed (pace sia con lui) (Maometto) era un uomo mite, giusto, virtuoso e generoso quant'altri
mai.
Se
aveva a disposizione del denaro, non andava mai a dormire senza
averlo distribuito prima tra i poveri. Mangiava tutto e non schifava
nessun cibo, ma la sua alimentazione era costituita principalmente
da: datteri, orzo, pane e olio, pane e aceto.
Quando non
c'era da mangiare, per calmare i morsi della fame, si metteva
sull'addome una pietra. Non mangiava stando sdraiato sulla schiena e
neppure
sul fianco. Non solo non mangiava mai a crepapelle, ma, fino a quando
incontrò il suo Signore.
Quando
una calzatura si rompeva era lui che se l'aggiustava ed era lui che
si rammendava i vestiti e metteva a essi delle toppe, quando
necessario.
Quando
non era occupato nel culto e nell'insegnamento, stava in casa e
aiutava le mogli nelle faccende domestiche. Mungeva personalmente le
capre e aiutava i garzoni a macinare il grano.
In
lui era assoluto il rifiuto di ogni illecito nel rapporto coi sessi,
a cui era associato il culto di una franca riservatezza e di una
composta modestia.
Non
rifiutava l'invito del ricco, ma nemmeno quello del povero. Quando
gli facevano dono di qualcosa da mangiare a titolo di regalo lo
gradiva e lo mangiava, si trattasse pure di un bicchiere di latte o
di yogurt; non accettava, invece, per sé l'elemosina (sàdaqah),
ma dopo averla presa la
distribuiva ai bisognosi. Era affettuoso con i bambini e con i
poveretti, facendo di tutto per accontentarli nelle loro richieste.
Non si arrabbiava, quando lo offendevano, mentre andava
in collera solo quando era offeso Dio. Era irremovibile nella
giustizia e nella verità. Anteponeva gli altri a se stesso e non
temeva né la povertà né l'avarizia.
Accettava
gli inviti alle feste di matrimonio, andava a far visita agli
ammalati e prendeva parti ai funerali. Aveva in sommo grado la dote
dell'umiltà, grande era la sua tranquillità spirituale e gli era
sconosciuta l'ostentazione e la superbia.
Non
era attirato dalle cose terrene, per cui vestiva con semplicità e
mangiava come si alimenta la gente comune. Quando si spostava andava
in groppa a cavallo, cammello, asino o mulo senza sfarzo, ma
camminava anche a piedi.
Gradiva
il profumo ed era disturbato dai cattivi odori. Sedeva con i poveri e
mangiava con gli indigeni. Era contento quando vedeva la gente
comportarsi bene. Manteneva buoni rapporti con i familiari, ma senza
favoritismi. Non ruppe mai i suoi rapporti con qualcuno, accettava
sempre le scuse di chi lo aveva offeso, quando gli venivano offerte.
Non
disdegnava di esprimersi in maniera garbatamente arguta e con
finalità di spasso o di allegria e nel parlare diceva sempre la
verità.
Quando
rideva, non lo faceva mai in modo sguaiato, anzi, si può dire, che
più che ridere sorrideva. Apprezzava il sano divertimento e lui
stesso si divertiva facendo gara di corsa con la moglie, dove una
volta vinceva lui e una volta lei.
Sopportava
con pazienza le persone moleste, e, quando capitava, il comportamento
duro e cattivo nei suoi confronti da parte di persone ignoranti della
verità.
Ogni
persone che aveva occasione di stare con lui, pensava di essere più
vicina al suo cuore di qualsiasi altro. Non si è mai comportato con
disprezzo verso una persona di bassa condizione sociale, né mai
avuto timore reverenziale nei confronti di principi e re.
Invitava
tutti ad essere servi di Dio sullo stesso livello. Era privo di
lettere, non sapendo né leggere né scrivere. Era nato orfano di
padre ed era rimasto anche orfano di madre all'età di sei anni.
In
un ambiente governato dall'impostura e dalla perfidia, il suo
comportamento corretto e leale gli aveva fatto guadagnare gli epiteti
di “il veritiero” e “il meritevole di fiducia”.
Sposò
la prima moglie a venticinque anni quando lei ne aveva quaranta, e,
in una società in cui vigeva il costume di poligamia illimitata,
visse con lei il matrimonio monogamico per circa ventisei anni,
coniugandosi soltanto dopo essere rimasto vedovo, ricevette la
rivelazione all'età di quarant'anni e si dedicò alla Missione
apostolico-profetica affidatagli da Dio, rifulga lo splendore della
sua Luce, anima e corpo.
Numerosi
sono gli episodi che dimostrano la sua umanità e la sua bontà.
Esortava
alla pazienza, impediva la violenza e l'imprecazione, incitava alla
misericordia. Un ebreo di Medina, che abitava vicino a lui, ogni
giorno gettava le immondizie di casa sua davanti alla porta del
Profeta, il quale la rimuoveva.
Un
giorno il Profeta non trovò l'immondizia e subito chiese notizie
dell'ebreo; saputo che era ammalato, andò a visitarlo, augurandogli
le guarigioni (l'ebreo, riconosciuta in lui la dignità di Profeta,
si convertì all'Islam).
Un
giorno, al passaggio del funerale di un ebreo, egli si alzò in segno
di rispetto. Gli fu fatto notare che era un ebreo al che lui disse:
“non è forse anch'egli una creatura umana?” (o come disse).
Un
giorno, beduino, prendendolo violentemente per il vestito, urlando
esigeva da lui la restituzione di qualcosa. Omar, intervenne e stava
per mettere le mani addosso al beduino, ma il Profeta lo fermò
dicendo: “ O Omar, fermati! Quello che devi fare è quello di dire
a me di pagare i miei debiti e di dire a lui di non comportarsi in
questo modo!” (o come disse).
Un'altra
volta, vide un uccello svolazzare con strida in torno a un gruppo di
Compagni e, notato che essi avevano in mano dei nidiaci, disse:
“Restituite subito i figli a quella mamma!” (o come disse).
Esortava
al rispetto degli animali, proibendo di mal trattargli e ordinando di
rispettargli. Fece l'esempio di quell'uomo al quale, per aver dato da
bere a un cane assetato, Dio perdona tutti i peccati e di quella
donna che meritò l'inferno per aver lasciato morire di fame un
gatto, dopo averlo chiuso in una gabbia.
Esortava
al rispetto dell'ambiente, ordinando di non inquinarlo.
Questi
sono soltanto alcuni degli esempi della grande umanità del Profeta
Muhammed (pace sia con lui) (Maometto) che Dio, rifulga lo splendore della Sua Luce, ha proposto
agli uomini tutti come modello esemplare di
comportamento e maestro di vita,
affinché essi, imitandone gli esempi e mettendone in pratica i
precetti, possano realizzare la Pace e la Giustizia nella Verità (la
Pace, la Giustizia e la Verità sono tre dei novantanove bellissimi
Epiteti di Dio), che sono le colonne portanti dell'Islam.
A ME MAOMETTO PIACE MOLTO E LO SENTO MOLTO VICINO COME PENSIERO E AZIONE.
RispondiEliminaMI SENTO SIMILE A LUI.
MA MI SENTO ANCHE MOLTO SIMILE A GESU'.
PER IL MIO MODO DI PENSARE SIA MAOMETTO CHE GESU' SONO STATI DEI GRANDI CHE SI SONO COMPORTATI BENE ED HANNO PORTATO LA PAROAL DEL SIGNORE TRA GLI UOMINI.
SONO QUESTO, NIENT'ALTRO CHE QUESTO E SU QUESTA TERRA CE NE SONO STATI TANTI ALTRI SIMILI A LORO E TANTI ANCORA CE NE SARANNO.
E TUTTA QUESTA RABBIA PER CERCARE DI IMPORRE UNA COSA CHE GIA' E' CERTA MI SEMBRA UNA MALATTIA DI GRANDEZZA ED UNA PREPOTENZA IGNORANTE POICHE' SE MAOMETTO, COME SI DICE ERA UNA PERSONA UMILE NON AVREBBE MAI VOLUTO CHE SI UCCIDESSERO LE PERSONE.
NON LO AVREBBE MAI PERMESSO CHE PER LUI SI UCCIDESSERO LE PERSONE.
MAOMETTO SE FOSSE ANCORA IN VITA NON LO PERMETTEREBBE QUESTO.
QUINDI CERCATE DI NON NOMINARE MAOMETTO NE GESU' PER GIUSTIFICARE CERTI COMPORTAMENTI CHE NE' GESU' NE' MAOMETTO AVREBBERO MAI FATTO.
come ti chiami ?
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