MARIA
ha un’alta considerazione ed eccezionali privilegi nella religione
musulmana e esercita un certo fascino su tutto il mondo dell’Islam.
La venerazione di Maria Vergine, “ la Madre di Gesù”, accomuna
le due fedi: il Cristianesimo e l’Islam. Questo fascino è legato
alla considerazione che i musulmani nutrono per il figlio di Lei “
Issa”, o Gesù (pace sia con lui), ritenuto dall’Islam uno dei 5 messaggeri più
importanti.
Su un totale di 114 sure e 6236 versetti di cui risulta composto il Corano, Maria figura in 70 versetti e in 13 sure; 4 del periodo meccano (610-622 D.C.):
I
musulmani designano Maria con il nome coranico “Maryam” e spesse
volte la dicono anche “Sayyida”, nome che significa Signora,
Padrona e corrisponde all’incirca al titolo di Madonna con cui è
indicata in Occidente.
Lei
ha una posizione straordinaria dentro il Corano, che nessun’altra
donna condivide, nemmeno le mogli di Muhamed (pace sia con lui) o la figlia prediletta:
Fatima.
*.
MARIA NEL CORANO.
Il
Corano riserva a Maria una posizione di privilegio, singolare e parla
di lei in termini rispettosi, potremmo dire ammirativi.
Su un totale di 114 sure e 6236 versetti di cui risulta composto il Corano, Maria figura in 70 versetti e in 13 sure; 4 del periodo meccano (610-622 D.C.):
(19:16-36)
; (43:57) ; (21:91) ; (23:50)
e nove
appartenenti al periodo dell’insegnamento medinese di Muhammad
(622-632 D.C.): (2:87) ; (4:156-157e 171) ; (33:7) ; (57:6 e 14) ; (66:12) ; (3:33-37 e
42-51) ; (5:17) ; (46:72-78 e 110-117) ; (9:31).
Il
nome di Maria si legge esplicitamente 34 volte nel Corano; di cui 24
volte è associato al nome di Gesù (pace sia con lui). Madre e Figlio sono visti in
un’ottica di vicendevole riflessione che è impossibile parlare di
Gesù senza parlare di Maria. E’ inserita tra i grandi prescelti da
Dio e inoltre è l’unica donna menzionata con il nome proprio.
A
Maria Il Corano ha intitolato una delle più belle sure (19). Le sure
che contengono più elementi mariani sono tre: la sura 3, detta “
Famiglia di Imran”; la sura 5, detta “La mensa”; e la sura 19,
detta “Maryam”.
*
La Natività (sura 3 : “La famiglia di Imran”)
La
madre di Maria che come tutte le donne ebree, avrebbe voluto un
figlio maschio e prima ancora che nascesse, lo offrì a Dio. Le
nacque invece una bambina; la madre allora lo consacrò a Dio e con
lei la sua progenie, realizzando così in maniera inattesa il “voto”
fatto a Dio. Ecco il testo:
“Signore!
Ecco che io ho partorito una femmina! ( Ma Dio sapeva meglio di lei
chi essa aveva messo al mondo). Un maschio non è simile ad una
femmina! La chiamo Maria, e la metto sotto la tua protezione, lei e
la sua progenie, contro Satana, il reietto”( 3:35-37a).
Dio
accetta lo stesso la femmina di Imran, sin ad ammetterla nel tempio,
la quale progrediva di continuo e meravigliosamente in bontà,
lealtà, castità e obbedienza.
*
Ritiro nel Tempio.
Del
lungo soggiorno di Maria nel Tempio, il Corano accenna una doppia
citazione. La prima è la continuazione della sura 3 : “E Zaccaria
la prese sotto la sua tutela, e ogni volta che Zaccaria entrava da
lei nel mihrab ,vi trovava del cibo e le diceva: “ O Maria, donde
ti viene questo?”. Ed ella rispondeva: “Mi viene da Dio, perché
Dio dà della sua provvidenza a chi vuole, senza conto”. Il mihrab
è una costruzione annessa al tempio destinata ad abitazione,
identificabile con il “luogo ad oriente” di cui parla la seconda
citazione nella sura (19:16-17). Lo stesso episodio ricorda la
conversazione di Maria scambiata con gli angeli i quali danno
coscienza a Lei della propria posizione di privilegio.
“
O Maria, in verità Dio
ti ha prescelta e ti ha purificata e ti ha eletta su tutte le donne
del universo. O Maria sii devota al tuo Signore, prostrati e adora”.
La
sura 19 riferendosi allo stesso episodio descrive che l’iniziativa
di ritirarsi ed appartarsi dalla sua gente, parte da Lei, adempiendo
ella il voto della Madre. E’ dunque in questo luogo di “ritiro”,
in questo mihrab, che Maria perseguiva la sua vita di preghiera.
*
L’Annunciazione.
L’episodio
dell’Annunciazione è raccontato due volte dal Corano. I testi
sviluppano un dialogo inatteso fra l’angelo e Maria, tutta presa da
quest’evento inaspettato.
La
sura 19 racconta in modo semplicissimo: “Noi le inviammo il nostro
Spirito che apparve a lei sottoforma d’uomo perfetto (si
tratta di Gabriele). Ella disse: “Io
cerco protezione contro di te, presso il Misericordioso, se tu sei
timorato di Dio”. Le disse: “Io non sono che il Messaggero
del tuo Signore, per donarti un fanciullo purissimo”. Disse ella:
“Come potrò avere un figlio se nessun uomo mi ha mai toccata e non
sono una prostituta?. Disse egli: “Così è: Il Tuo Signore ha
detto: Cosa facile è questa per
me”.
Il
racconto della terza sura è più denso di significato nella sua
prima parte. Così si esprime: “ O Maria, Iddio ti annuncia la
buona novella di una parola che viene da lui, e il suo nome sarà il
Cristo, Gesù il figlio di Maria, eminente in questo mondo e
nell’altro e uno dei più vicini a Dio.”
*
Il Parto di Maria.
Nei
pressi di una palma spinta dalle doglie di parto. La voce di “sotto
la palma” che interviene è quella del bambino. Lì nella
solitudine riceve consolazione da Gesù stesso(pace sia con lui), acqua corrente e
datteri freschi, proposti alla fine per dimenticare. Maria è
invitata a cibarsi e a dissetarsi da una sorgente che Dio fa
scaturire ai suoi piedi. Tutto avviene nell’intimità di un primo
dialogo tra Madre e figlio.
“Ed
essa lo concepì e s’appartò col frutto del suo seno in luogo
lontano. Ora le doglie di parto la spinsero presso il tronco di una
palma e disse: “Oh fossi morta prima, oh fossi ora una cosa
dimenticata e obliata !”. E la chiamò una voce di sotto la palma:
“Non rattristarti!. Il tuo Signore ha fatto sgorgare un ruscello ai
tuoi piedi: scuoti verso di te la palma questa farà cadere su di te
datteri freschi e maturi. Mangia e bevi e asciuga gli occhi tuoi”
(19:22-25) Ciò che in realtà viene a dissipare la tristezza di
Maria, non è il fatto di mangiare datteri, ma la manifestazione
della potenza divina in suo favore. Maria è inoltre invitata ad
affidare a Dio la propria difesa.
*Difesa
ad atroce calunnia.
Dopo
la natività, l’avvenimento più importante della vita di Maria è
la testimonianza che Gesù, bambino, dalla culla rende
miracolosamente l’innocenza della madre. E’ Lui stesso a
confutare l’accusa di fornicazione e maternità illegittima,
rivolta dagli ebrei (i suoi parenti) a Maria, quando ritorna a casa
dopo di aver partorito:
“
Io sono il servo di Dio;
Egli mi ha dato il libro e mi ha fatto profeta; mi ha benedetto
dovunque io sia. Mi ha prescritto la preghiera e l’elemosina,
finché sarò in vita; e la bontà verso mia madre. Non mi ha fatto
violento né scellerato. Sia pace su di me, il dì in che nacqui, il
dì in cui morirò e il dì in cui sarò risuscitato” (19: 27-33).
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